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Visualizzazione dei post da luglio, 2022

Due parole con Erika

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Ciao Erika Raccontaci un po' di te Cosa rappresenta per te la scrittura? La scrittura rappresenta tranquillità. Attraverso di essa trovo il modo di sfogarmi, rilassarmi e respirare. Quando c’è una determinata sensazione nella mia testa e nel mio cuore o anche quando semplicemente ho bisogno di stare meglio, scrivo. Hai un luogo dove scrivi, hai dei rituali, ascolti musica? Non ho dei rituali particolari, dipende un po’ dal mood del giorno. A volte ascolto musica e mi lascio trascinare, altre invece ho bisogno di silenzio assoluto. È tutto molto relativo. Come è nato il tuo romanzo? Il mio romanzo è nato molti anni fa in un momento particolare. Ho iniziato ad incanalare le mie emozioni del tempo nella scrittura e la fantasia ha fatto il resto. Il tuo romanzo mi ha molto colpito, alcune frasi me le sono sentita cucite addosso…. Da dove hanno origine? Tutte le frasi che io definisco più significative hanno origine da ciò che provo e sento in quel determinato momento. Poi

UMBERTO SABA

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Umberto Saba nacque a Trieste, all'epoca ancora parte dell'Impero austro-ungarico, il 9 marzo del 1883, figlio di Ugo Edoardo Poli, un agente di commercio originario di Montereale Valcellina, e di Felicita Rachele Coen, un'ebrea triestina di famiglia benestante e nipote per parte materna del letterato Samuel David Luzzatto. Il padre, convertitosi alla religione ebraica in occasione delle proprie nozze nel 1882, già qualche mese dopo il matrimonio aveva abbandonato la moglie incinta, probabilmente per sfuggire al mandato d'arresto scattatogli a seguito all'esecuzione dell'irredentista Guglielmo Oberdan di cui era simpatizzante, ma anche per il carattere «gaio e leggero», insofferente ai legami familiari; bandito infatti dai territori dell'Impero asburgico, il primo incontro con il figlio avverrà solo vent'anni dopo. Diversissima l'indole della madre, che «tutti sentiva della vita i pesi» Per i primi tre anni di vita venne allevato dalla balia slove

IL CIOCCOLATO : UN PO' DI STORIA DELLA MIA PASSIONE

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La domesticazione della pianta del cacao ha origini antichissime e, secondo precise ricerche botaniche, si presume che fosse presente più di seimila anni fa nel Rio delle Amazzoni e nell'Orinoco. I primi agricoltori che cominciarono la coltivazione della pianta del cacao furono i Maya solo intorno al 1000 a.C. Le terre che si estendono fra la penisola dello Yucatán, il Chiapas e la costa pacifica del Guatemala furono quindi le prime a vedere l'inizio della storia del cacao, e insieme a questo del cioccolato. Una delle mie passioni è il cioccolato e quindi ho pensato di raccontare un po' la sua storia: La leggenda dice che la coltura del cacao fu sviluppata dal terzo re Maya, Hunahpu. Un'altra leggenda, questa volta azteca, dice che in tempi remoti una principessa fu lasciata dal suo sposo partito in guerra a guardia di un immenso tesoro; quando arrivarono i nemici la principessa si rifiutò di rivelare il nascondiglio di tale tesoro e fu per questo uccisa; dal suo sang

AD UN PASSO DAL CUORE

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Ludovica è una ragazza come tante, costretta ad affrontare la terribile malattia del padre e il ritorno di un amore malsano che le sembrava aver allontanato per sempre dalla sua vita. Gianluca, il suo capo, riuscirà a inserirsi in modo genuino nel suo mondo, aiutandola a capire chi è realmente e che cosa vuole dalla sua esistenza. I due protagonisti vivranno un rapporto in crescendo e sceglieranno di combattere contro il tempo, le malattie e gli sbagli che hanno segnato le loro storie personali. "Ad un passo dal cuore" è un romanzo che racconta di una possibilità di rinascita. Proprio come fa la fenice che risorge dalle proprie ceneri, e diventa simbolo di cambiamento, di forza e resistenza al tempo. Questo romanzo d'esordio mi ha tenuto con il fiato sospeso, mi ha frantumano il cuore per poi ricomporlo. Ludovica e Gianluca ci insegnano cosa è veramente l'amore che non è possesso ma desiderare la felicità dell'altro anche a discapito della

UN ARISTOCRATICO A MONTMARTRE

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Henri de Toulouse-Lautrec nacque il 24 novembre 1864 ad Albi, una cittadina del Sud della Francia (circa 80 chilometri da Tolosa), in una famiglia aristocratica, tradizionalmente amante delle Belle Arti. I genitori, il conte Alphonse-Charles-Marie de Toulouse-Lautrec-Montfa e la contessa Adèle-Zoë-Marie-Marquette Tapié de Céleyran, erano cugini di primo grado (i matrimoni tra familiari, a quei tempi, erano piuttosto comuni) e assolutamente incompatibili caratterialmente. Mentre l'uno era un dongiovanni esibizionista ed estroso, l'altra era una donna pacata e piuttosto bigotta. Oltre alle incompatibilità caratteriali, questo matrimonio fra consanguinei si rivelò problematico anche per le gravi conseguenze che ebbe sul patrimonio genetico del pittore. Henri nacque infatti con una malattia genetica che lo afflisse per tutta la sua breve esistenza. Il piccolo Henri ebbe un'infanzia felice, coccolato e vezzeggiato soprattutto dalla madre che lo chiamava piccolo gioiello