I DUE MATRIMONI DEL RE



Umberto I di Savoia ebbe un matrimonio ufficiale con Margherita di Savoia ma anche un “matrimonio d’amore” che duro’ tutta la vita con Eugenia Bolognini Litta Visconti.24 anni quando Umberto sposa sua cugina Margherita, matrimonio deciso del padre, Vittorio Emanuele II, tramite un telegramma che diceva: “ Vieni, ti ho trovato moglie”. Fu cosi’ che Umberto si trovo’ a dover sposare sua cugina, con cui aveva giocato insieme da piccolo. Era ovviamente solo un dovere di Stato che doveva assolvere.


Da alcuni anni Umberto aveva infatti una relazione con la Contessa Eugenia, conosciuta durante un ballo di carnevale a Palazzo Reale a Milano. Si narra che lei entro’ nel salone vestita da principessa delle nevi: su una slitta bianco-oro in un abito guarnito da fiocchi di neve e bianchi veli trasparenti, ornata con gioielli costosissimi. Fu un colpo di fulmine: Umberto aveva solo 18 anni e lei 25, sette anni in piu’, ma la differenza di eta’ non ebbe importanza perché rimasero insieme tutta la vita.


Si diceva essere una donna molto bella e veniva cosi’ descritta : “Nessuno poteva dimenticare il fascino e la vivacità dei suoi occhi. Il naso perfetto, l’arco sopraccigliare perfetto, la linea delle labbra e del volto perfetta e qualche cosa di regale nella carnagione chiara acquistavano nel lume di quello sguardo accrescimento di squisitezza e d’impero. Qualcosa d’ammaliante traspariva dal suo sguardo profondo. Pallida e nel tempo dotata di forme esuberanti che contrastavano con il collo di cigno con due bianche spalle spioventi, le spalle di certe esili statue greche.”


Eugenia era molto bella, ma sicuramente non virtuosa, visto che si narra che mezza Milano avesse perso la testa per lei: Arrigo Boito se ne era innamorato, Balzac ne rimase incantato, come pure Napoleone III anni prima a Parigi.

Quando Umberto sposo’ Margherita era quindi follemente innamorato di Eugenia, che si rassegno’ alle nozze facendosi promettere un “matrimonio in bianco”, anche se poi cosi’ non fu vista la nascita del figlio Vittorio Emanuele III.


Le due donne hanno sempre saputo ed accettato i loro difficili ruoli. Umberto  di Savoia e’ in pratica sempre vissuto con Eugenia (letto, cene e vacanze),  specie da quando Margherita li ha colti in flagrante a Monza nelle stanze della Villa Reale.

 I due amanti concepirono un figlio chiamato Alfonso che nacque nel 1870. Sia stato per compiacenza, per evitare lo scandalo e la vergogna per la moglie e per se stesso, molto galantemente, il duca Giulio Litta riconobbe il bambino come suo.


Nel 1878 Umberto divenne finalmente re del Regno d’Italia e si trasferì con la famiglia a Roma. Nella Capitale portò con sé anche l’amante, acquistandole un villino.

Nel 1891, a soli ventuno anni, morì Alfonso, il figlio naturale del sovrano ed Eugenia. Fu un grande dolore per Umberto, ma anche per il buon duca Litta, che si era affezionato a quel figlio non suo.

Distrutta dal dolore fu anche Eugenia Attendolo Bolognini Litta che, rimasta vedova nello stesso anno, vendette tutti i suoi favolosi gioielli e donò il ricavato all’ospedale Maggiore di Milano e alla Croce Rossa. 


L'OSPEDALE FLUVIALE


Grazie a questa generosa donazione fu ampliato l’ospedale e un padiglione fu intitolato all’anima di Alfonso. Nel 1895 fu costruito pure il padiglione Litta, il primo oltre il Naviglio, ma l’opera più particolare si dovette alla Croce Rossa che usò la donazione della nobildonna per allestire il primo ospedale fluviale, inaugurato nel 1898.


Le quattro chiatte, unite fra loro e attrezzate al primo soccorso e al trasporto malati, avevano anche una sala operatoria. Oltre al personale medico e infermieristico, c’era anche il personale fluviale per la navigazione sul Po e il Ticino, che veniva effettuata con un rimorchiatore. Fu un enorme sollievo per le popolazioni che vivevano lungo i fiumi, completamente prive di ospedali e in condizioni economiche assai precarie.


AMORE FINO ALLA MORTE


La storia d’amore fra Umberto e Eugenia finì solo il 29 luglio del 1900, quando il re fu assassinato dall’anarchico Gaetano Bresci. La regina Margherita, mettendo da parte il risentimento e dimostrando una grande benevolenza, chiamò Eugenia e le concesse di salutare per l’ultima volta l’uomo che era stato il suo amante per trentotto lunghi anni, lasciandola prima sola con il defunto e poi unendosi a lei nella preghiera.


Eugenia rinunciò a buona parte dei beni lasciato in eredità da Umberto, mentre il figlio Pompeo e la moglie dissiparono tutti i beni di famiglia.


Dopo la morte di Umberto, la donna si ritirò nella sua villa a Vedano al Lambro dove spirò nel 1914. Lasciò la sua collezione di quarantanove quadri all’Ospedale Maggiore, ora parte dei Musei Civici di Milano ed esposti a Palazzo Morando Attendolo Bolognini. Alla Pinacoteca di Brera è invece esposto il ritratto ereditato del suo avo “Conte Antonio Porcia” del Tiziano. Villa Litta di Vedano al Lambro è tuttora una abitazione privata, proprietaria della famiglia.


Eugenia Attendolo Bolognini Litta è sepolta nella tomba di famiglia in Santa Maria Selve nel parco di villa Litta a Vedano al Lambro.



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