L'angolo delle interviste: Lorenzo Zucchi autore di La stagione dei grandi amori
Ciao Lorenzo raccontaci un po' di te
Con grande piacere, anche se in ogni caso preferisco far parlare le mie opere.
Cosa è per te la scrittura
Ultimamente è divenuta quasi una necessità, superando in breve il livello di passione.
Hai un luogo dove scrivi, hai dei rituali?
Solitamente il tavolo in salotto, ma posso adattarmi anche in altri luoghi. Il rituale è il sottofondo musicale che funge anche da ispirazione, pubblicità di YouTube incluse!
Quali sono i tuoi scrittori preferiti?
I giganti Proust, Dostoevskij, Joyce ma i miei preferiti in assoluto sono gli alfieri della letteratura statunitense del secolo scorso: Hemingway, Steinbeck, Faulkner, Kerouac e tutta la beat generation. Tra i contemporanei, David Szalay.
Come mai hai deciso di scrivere un libro corale con tematiche così importanti?
La tematica dell’amore senza genere era alla base del concepimento del libro. Una volta definita la rosa dei protagonisti, mi è venuto spontaneo farli parlare tutti. Scelta difficile, perché compenetrare in 12 POV ognuno con il suo carattere è decisamente una sfida. Non lo farò più, ma è stato bello.
Parlaci della tua trilogia racconti di viaggio?
Pubblicata con la casa editrice indipendente milanese Edizioni Underground? nell’arco di tre anni, è stata il mio esordio nel mondo dei libri e allo stesso tempo il primo gradino dell’evoluzione. In totale sono 155 racconti per 1300 pagine circa, insomma un tomo monumentale. Sono libri che non invecchiano, perché il racconto è esperienza e non guida turistica, e come tale spero che possano essere sempre riscoperti dagli amanti dei viaggi, che non sono pochi, superando la nicchia in cui stanno nascosti.
Hai mai pensato di cimentarti in altri generi?
Esattamente, è proprio il mio obiettivo: scrivere romanzi con tematiche sempre differenti.
Tornando all'ultimo romanzo qual è il tuo personaggio preferito e perché
La stagione dei grandi amori è piena di personaggi da amare. Io sono molto affezionato a Clarisse, per vari motivi: pur essendo la più bella, è quella a cui va sempre tutto male.
E quello più odiato?
Diciamo pure Tom, anche se ovviamente un autore non può odiare le sue creature. Assieme alla coautrice Gaia Valeria Patierno abbiamo esasperato alcune sue caratteristiche negative da uomo medio(cre), anche per dare un altro messaggio subliminale al libro.
Come nasce un tuo romanzo?
Dal titolo e dall’ambientazione. Poi piano piano si sviluppa la trama, sempre a capitoli teatrali, solitamente con location differenti.
Perché nelle tue foto del profilo IG si vedono i piedi nudi?
Perché rappresentano una mia caratteristica imprescindibile: il camminare a piedi nudi per strada, cosa che faccio da anni con grandi benefici di creatività. Purtroppo non sono smaltati e quindi non attirano l’attenzione…
Tuoi prossimi progetti?
A settembre esce un mio romanzo breve, che si basa sulla biografia di mio nonno, prigioniero in un lager in Germania durante la Seconda Guerra Mondiale.
Quale libro consiglieresti non tuo e perché?
Il diario del piccolo Mario, dell’amico e collega Rocco Carta, perché ha uno stile accessibile a tutti e parla degli anni ’80, l’argomento preferito degli italiani.
Il tuo colore preferito
L’eterna sfida tra arancio e verde.
Il tuo piatto preferito
Il radicchio rosso.
Cantante preferito
Sono per le band, quelle metal. Helloween, In Flames, Arch Enemy…
Di che segno sei
Leone ascendente Toro
Hobby
La fotografia minimalista, cioè quella che rappresenta la realtà attraverso particolari: i miei in genere sono geometrici e colorati (in stile Mondrian). Le copertine della mia Trilogia delle Bandiere (Quante bandiere hai?, Bandiere per Tutti e Giochi senza bandiere) sono state realizzate con le mie foto.
Raccontati in dieci parole
Sono fuori dalle code di una distribuzione normale, non per nulla di professione sono statistico. Troppo diverso da tutti gli altri per piacere veramente a qualcuno, ma va bene così, a 50 anni siamo da tempo scesi a patti con noi stessi.
Un difetto
Stare sul piedistallo
Un pregio
Lavorare con passione
Una fobia
Perdere l’aereo
Preferisci leggere in ebook o cartaceo?
Cartaceo a letto e sul divano, ma sulla cyclette è comodo l’ebook.
Cosa avresti fatto se non lo scrittore?
Forse l’architetto, spero di essere ancora in tempo quando avrò finito il numero di romanzi che mi sono prefissato.
Nel creare i tuoi personaggi ti ispiri a persone che conosci?
In parte sì: a volte con trasposizioni totali a volte con un mix di persone conosciute. Ma la maggior parte dei personaggi sono inventati ad hoc.
Quando scrivi sai già bene cosa accadrà?
Ho un canovaccio di massima, ma nulla vieta di cambiare qualcosa in corsa.
Quante riletture fai prima di inviare il libro?
Solitamente un paio perché poi mi viene a noia. Ma la terza, in fase di editing, è quella decisiva.
Quanto tempo ti c'è voluto nel scrivere il libro?
La stagione dei grandi amori mi ha preso molto tempo, inclusi i mesi di riscrittura a quattro mani con Gaia. In genere, dai 3 ai 4 mesi, scrivendo solo nei weekend.
A chi fai leggere per prima il libro prima di inviarlo?
A nessuno, perché tanto non lo leggono nemmeno dopo.
A chi consiglieresti la lettura del tuo libro?
Viene etichettato come romance LGBT per ragazzi, per via del messaggio. Sicuramente è consigliato ai giovani dai 14 in su. Ma resta una lettura piacevole per molti, credo.
Che consigli daresti per chi vuole intraprendere la carriera dello scrittore?
Se vuole avere successo, di copiare uno dei modelli dominanti. Se invece lo fa solo per passione, di credere in se stesso e di proporre quello che la sua fantasia gli suggerisce.
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