In salotto con Simona Cremonini, un fantastico viaggio tra pittura, mistero e folklore
Parlaci un po' di te
Hai un luogo dove scrivi, hai dei rituali?
“Non ho dei rituali particolari per scrivere, in realtà quando ho una storia in mente e sento che è pronta per uscire posso mettermi a scriverla ovunque e in qualunque situazione, con una tastiera o con carta e penna: una volta ho persino scritto un racconto durante un compito in classe di un corso che stavo tenendo. Sono però una grande pianificatrice: prima di iniziare a scrivere, mi piace studiare approfonditamente la struttura del libro, i personaggi e la loro crescita, i luoghi in cui si muoveranno. Questo mi aiuta molto a mantenere una certa coerenza e ad apprezzare le idee che arrivano a rendere ancora più intrigante la storia.”
Come nasce il tuo libro, so che è il primo di una dilogia...quindi lascerai i tuoi lettori con il fiato sospeso... È complicato scrivere un libro sapendo che avrà un seguito?
“Il Pittore delle Fate è in realtà nato come autoconclusivo, non era previsto che avesse un seguito: volevo dedicare un romanzo al mio movimento pittorico preferito, il fairy painting dell’epoca vittoriana, e non avevo previsto di scrivere più libri su questo tema. Poi, mentre lavoravo alle revisioni del libro, mi sono resa conto di un dettaglio specifico, che ricorre nei miei romanzi, e che in questo caso avevo usato in modo “doppio”: ovvero tutte le mie protagoniste hanno un nome che richiama un colore e, ne Il Pittore delle Fate, c’erano due personaggi, la protagonista femminile Celeste e la piccola Rose, con questa caratteristica. Da qui è nata l’idea che Rose, in qualche modo, potesse ritornare in un’altra storia. Allo stesso tempo, c’era un pittore di cui non avevo parlato nel romanzo che mi sarebbe piaciuto raccontare, ovvero Robert Huskisson, e ho sentito che la storia non era del tutto finita: da tutte queste suggestioni è nato La Pittrice delle Fate, l’altra parte della dilogia, che devo dire è un altro romanzo di cui sono molto fiera. Senza volere, tutti i dettagli con cui avevo costruito il contesto dei protagonisti hanno funzionato alla perfezione anche nel secondo romanzo non previsto, anzi è stato divertente far sapere al lettore che fine avevano fatto alcuni personaggi.”
So che c'è molta arte nel tuo libro... Qual è il tuo pittore preferito e perché?
“È Richard Dadd, un fairy painter del periodo vittoriano dalla storia tragica: nel 1843, a causa della malattia mentale che dilagava nella sua famiglia, uccise il padre. Ne Il Pittore delle Fate la vicenda dei personaggi si intreccia proprio con la storia di Dadd, alla quale spero di aver dato una nuova prospettiva: senza spoilerare troppo, diciamo una piccola speranza che la sua vicenda dolorosa non sia stata vana.”
Quali sono i tuoi personaggi preferiti, perché? quelli più odiati?
“Ci sono due personaggi femminili nel romanzo a cui sono particolarmente legata, che vivono nella villa nelle campagne inglesi a cui ruota attorno la storia: ovvero Allegra, la giardiniera di casa (un’occupazione inconsueta per una donna dell’epoca vittoriana), e Chrisell, l’irriverente cantante che si rivolge con piglio moderno al protagonista, un rigido vittoriano. Anche se non sono fra le protagoniste, sono due figure di cui ho adorato scrivere, perché pratiche, solari, vivaci. È un tipo di personaggio che mi piace molto, non amo le figure molto sdolcinate.
Per quanto riguarda quelli più odiati, qualcuno potrebbe pensare che fra loro ci sia Perry, l’antagonista del protagonista, che in sostanza è un approfittatore che cerca di far carriera sulle spalle degli altri, ma in realtà mi sono divertita a far convergere in lui tutte le caratteristiche peggiori che ho dovuto assaggiare nelle mie esperienze di lavoro negli anni. Invece ho faticato di più a dare spessore al grande cattivo Mourant, sicuramente quello più odioso, anche perché non guarda in faccia proprio a niente e nessuno”.
Quali sono i tuoi scrittori preferiti?
“La mia scrittrice preferita è Anne Rice, cui è dedicato La Pittrice delle Fate, dato che è morta il giorno in cui ho iniziato a scrivere il romanzo; citerei anche H.P. Lovecraft, Stephen King, Peter Straub, Cornelia Funke”.
A chi consiglieresti il tuo libro?
“A chi ha voglia di sognare, di abbandonare questo mondo troppo moderno e digitale e ritrovare il rapporto con la bellezza, la natura, la magia”.
Perché un lettore dovrebbe leggerlo?
“Perché ama le storia fantastiche e vuole leggerne una che parli dell’incontro tra fantasy e pittura, dato che è un connubio che non si trova facilmente.”
Qual è il tuo romanzo preferito?
“Scelti dalle tenebre di Anne Rice. Credo che mostri in modo molto efficace come un personaggio di secondo piano (o così era nel precedente romanzo Intervista col vampiro) possa avere bisogno di una voce tutta sua, perché nulla è ciò che sembra.”
In quale altro genere ti cimenteresti?
“Negli anni ho scritto non solo fantasy ma anche horror e un romanzo gotico che dovrebbe vedere la luce quest’anno. E ho un’idea per un thriller che mi stuzzica molto. Mi piace tutto l’ambito del mistero e del fantastico, sono una lettrice onnivora su questo fronte.”
Quale invece non scriveresti mai?
“In anni che scrivo ho sperimentato un po’ tutti i generi, compresi il rosa e il romance che però non fanno per me. Preferisco i libri più avventurosi a quelli romantici.”
Quale libro consiglieresti non tuo?
“Oltre a quelli dei miei autori preferiti, negli ultimi anni tra gli stranieri ho amato molto Dracul di Dacre Stoker e J. D. Barker e I demoni di Wakenhyrst di Michelle Paver, mentre tra gli italiani di recente I vegumani di Clelia Farris.”
Tuoi prossimi progetti
“Quest’anno, come ho accennato, uscirà un mio nuovo romanzo non fantasy, un gotico o mistery di ambientazione contemporanea, e sto cercando di ultimare un saggio storico che vorrei pubblicare da anni. Riguardo alla scrittura di narrativa vorrei mettere le basi per un nuovo romanzo nei prossimi mesi, ma ho più idee in concorrenza tra loro.”
Il tuo colore preferito
“Il giallo, fin da quando ero bambina. Dicono che sia il colore dei pazzi… e dato che scrivo del pittore pazzo Richard Dadd magari è vero.”
Il tuo piatto preferito
“Adoro le patate cucinate in qualsiasi maniera, la cheesecake e il cioccolato fondente.”
Cantante preferito
“Sheryl Crow. Sono una sua fan dal 1996.”
Segno zodiacale?
“Pesci. E posso confermare che, come dice qualcuno, noi pesci ci mettiamo dieci anni a innamorarci davvero.”
Hobby
“Sicuramente scrittura e lettura, ma nel tempo libero mi piace anche passeggiare e visitare mostre e borghi storici.”
Un difetto
“Me la prendo facilmente quando le cose non vanno come vorrei.”
Un pregio
“Mi dicono che ho sempre il sorriso anche quando le cose vanno male.”
Hai una fobia?
“Non so se si può definire una fobia, ma detesto le cavallette.”
Preferisci leggere in ebook o cartaceo?
“Sicuramente in cartaceo. Solo raramente leggo ebook, anzi ho deciso di non comprare un ereader finché non avrò finito lo scaffale dei libri non letti (ma ha tre file di libri l’una davanti all’altra, quindi non credo che sarà a breve).”
Ti è mai capitato di abbandonare la lettura di un libro o lo finisci nonostante tutto?
“Li ho sempre finiti, ma in alcuni casi è stata una faticaccia.”
Di quale libro famoso vorresti essere la protagonista?
“Meggie della saga di Inchiostro di Cornelia Funke; ma un’altra protagonista in cui mi rivedo molto è Lucy di Villette di Charlotte Brontë.”
Cosa avresti fatto se non lo scrittore?
“Dato che scrivo anche per lavoro (sono una copywriter ed editor), è una domanda che mi sono fatta ogni tanto: dato che amo molto gli animali, forse la veterinaria.”
Tre oggetti che porteresti su un'isola deserta
“Per la sopravvivenza un coltello e un acciarino e qualcosa con cui passare il tempo, tipo un mazzo di carte. Un libro lo finirei troppo presto…”
Dove si può acquistare il tuo romanzo?
“Si può ordinare in tutte le librerie fisiche e online, ma se un lettore vuole riceverlo con dedica e autografo può scrivermi a info@leggendedelgarda.com per una spedizione diretta.”
IL LIBRO
Londra, 1853. Dopo essere divenuto famoso nella capitale inglese come “colui che ha intervistato Sherlock Holmes”, il giovane giornalista e aspirante romanziere Jonathan Sanders riceve dal suo direttore un nuovo incarico: per conto dell’Evening Star dovrà intervistare Edmund Wright, “il Pittore delle Fate”, l’artista che attraverso i propri dipinti ha dato all’Inghilterra vittoriana e al mondo intero delle buone ragioni per credere all’esistenza delle Fate e delle creature del Piccolo Popolo, fino a quel momento relegate nelle opere di Shakespeare e nel folklore. E quando giunge a Waterhouse, la residenza fuori Londra dove il pittore si è ritirato da dieci anni, Jonathan scopre che il piccolo universo di Wright somiglia tantissimo a ciò che è rappresentato nei suoi quadri.
Pronto a immergersi in una nuova consapevolezza di sé e del proprio talento come scrittore, Jonathan farà la conoscenza delle meravigliose “dame” che vivono in armoniosa comunità nella villa di Wright e, fra loro, dell’incantevole Celeste, che cambierà il suo destino e il suo cuore.
Sul sentimento che sta nascendo tra i due incomberanno però le ambizioni della Fratellanza Ermetica Dorata, un oscuro ordine che, per dominare il mondo con la magia, ha bisogno proprio di ciò che Jonathan ha appena portato alla luce, quel segreto che anche il pittore Richard Dadd cercò di mantenere tale uccidendo il padre e finendo in manicomio.
Avventura, folklore, esoterismo, pittura, fantasy e steampunk: dall’autrice della Saga delle Streghe Quinti, una storia straordinaria immersa nel fascino dell’epoca vittoriana e del “fairy painting”, corrente artistica in precedenza mai raccontata in un romanzo, nata nell’Ottocento e legata anche al movimento dei Preraffaelliti.
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