In salotto con Giannicola Nicoletti, la storia di un antieroe dove la violenza diventa linguaggio
Abbiamo incontrato l'autore di "Verdetto Finale", il thriller che sta ridefinendo i confini del genere
In un'epoca in cui il thriller sembra aver esplorato ogni possibile sfumatura della psiche umana, emergono raramente voci in grado di scuotere le fondamenta del genere. Giannicola Nicoletti, autore italiano originario di Matera ma residente a San Paolo del Brasile, è una di queste. Il suo ultimo romanzo, "Verdetto Finale", sta suscitando reazioni contrastanti tra i lettori per la sua crudezza narrativa e per un protagonista, Henry Malone, che sfida ogni convenzione del genere.
Abbiamo incontrato l'autore per parlare del suo approccio alla scrittura, delle sue influenze e di come la sua esperienza di vita si rifletta nella sua opera. Quello che emerge è il ritratto di uno scrittore metodico e consapevole, che ha fatto della narrazione "grezza" una precisa scelta stilistica.
La genesi di Henry Malone e il fascino dell'antieroe
Il protagonista di "Verdetto Finale", Henry Malone, è un ex poliziotto diventato avvocato che difende criminali in tribunale per poi giustiziarli personalmente con metodi brutali. Una figura complessa che solleva interrogativi inquietanti sulla natura della giustizia.
"L'idea di Henry Malone e del suo sistema di 'giustizia parallela' affonda le radici in una realtà che molti vivono con frustrazione: l'abisso tra il concetto ideale di giustizia e la sua concreta applicazione", ci spiega Nicoletti. "Ogni giorno, attraverso i media, osserviamo casi in cui colpevoli di crimini efferati ricevono pene percepite come inadeguate, lasciando i familiari delle vittime in un limbo di rabbia e impotenza."
Questo divario tra giustizia formale e sostanziale è il terreno fertile su cui Nicoletti ha costruito il suo controverso protagonista. "Non si tratta di un eroe, né di un semplice vendicatore: è la personificazione di un interrogativo etico e morale", precisa l'autore.
Ma quanto si preoccupa che i lettori possano empatizzare con un personaggio così moralmente ambiguo? La risposta di Nicoletti è sorprendente: "La sfida non era rendere Malone umano ma renderlo necessario. Il suo fascino non risiede nella moralità, ma nella lucida brutalità con cui smaschera le ipocrisie del sistema giuridico."
La violenza come linguaggio narrativo
Una delle caratteristiche più discusse di "Verdetto Finale" sono le crude scene di tortura, descritte con una precisione quasi clinica. Quando gli chiediamo del processo creativo dietro queste sequenze, Nicoletti rivela un approccio sorprendentemente analitico.
"Nei miei primi appunti, Malone non era un personaggio, ma un diagramma. L'asse Y: il grado d'impunità e l'asse X: il costo emotivo per le vittime. Il punto in cui le due linee si intersecavano diventava il metodo", spiega con lucidità. "La giustizia istituzionale opera per sottrazione – riduce pene, concede attenuanti, offre patteggiamenti. Malone somma. Restituisce ai colpevoli l'esatta massa del dolore inflitto. Un chilo di carne equivale a un chilo di terrore."
Questa visione quasi matematica della vendetta si traduce in quella che l'autore definisce "chirurgia narrativa senza anestesia". Non si tratta di compiacimento nella descrizione dell'orrore, ma di un uso consapevole della violenza come strumento per sollevare interrogativi morali: "Ogni dettaglio è stato calibrato per servire due scopi: mostrare la fragilità della moralità quando viene stritolata tra il crimine e la risposta stessa al crimine, e costringere il lettore a porsi una domanda scomoda: a quale prezzo siamo disposti a chiamare 'giustizia' ciò che è solo un riflesso distorto della nostra voglia di vendetta?"
Un autore "grezzo" e orgoglioso di esserlo
Nel panorama letterario italiano, Nicoletti viene spesso definito come un autore "grezzo", un'etichetta che lui non solo accetta, ma rivendica con convinzione.
"Accetto volentieri questa 'etichetta' perché riflette una scelta stilistica precisa: rifiuto gli schemi thriller tradizionali (lunghe descrizioni, suspense graduale) per uno stile diretto, volutamente spigoloso", ci confida. "I miei libri privilegiano azione e tensione costante, anche a costo di sembrare estremamente brutali."
Questa scelta stilistica, lungi dall'essere casuale, è parte integrante della sua visione narrativa: "Se il risultato funziona, è proprio perché questa (c-)rudezza diventa un linguaggio: non abbellisco la violenza, la rendo protagonista della trama. Grezzo, sì. Ma chirurgico."
Un processo creativo metodico e strutturato
Contrariamente all'immagine romantica dello scrittore che segue l'ispirazione del momento, Nicoletti rivela un approccio estremamente metodico alla creazione letteraria.
"Il mio processo è strutturato, non casuale. Scrivo seguendo una mia mappa dettagliata: trama, svolte chiave, omicidi e colpi di scena sono tutti definiti prima di iniziare", spiega con precisione. "Ogni capitolo ha un obiettivo specifico: deve poter funzionare anche come una sorta di racconto a sé stante."
Questa strutturazione rigorosa si estende anche alla concezione del finale, che per l'autore rappresenta il punto di partenza dell'intero processo creativo: "Di solito è il finale la prima cosa che analizzo su un nuovo racconto e, anche in questo caso, il finale era già definito ancor prima di iniziare a scrivere. Costruisco le storie partendo dall'epilogo, che funge da mappa per sviluppare personaggi e trame."
Nicoletti ammette però di lasciare un margine agli "imprevisti" creativi: "Se un dialogo o un personaggio secondario rivela un potenziale inatteso, potrei anche decidere di ricalibrare la mappa, ma senza mai stravolgere il filone centrale."
La relazione con i lettori come motore creativo
Un aspetto particolarmente interessante emerso dalla nostra conversazione è il ruolo cruciale che il feedback dei lettori ha avuto nel percorso di Nicoletti come scrittore professionista.
"La svolta è arrivata grazie ai lettori. In realtà all'inizio non credevo di poter scaturire un certo interesse con le mie storie, poi però iniziavano ad arrivare i primi riscontri dai lettori che si arrischiavano a leggere le mie opere ed erano tutti molto positivi", racconta con sincerità.
Sono stati proprio i messaggi entusiasti ricevuti sui social a convincerlo che la scrittura poteva essere più di un semplice hobby: "Quando i primi feedback o le prime recensioni dicevano: 'Ho saltato la cena per finire il tuo libro', 'non riesco a smettere di pensarci' oppure 'era da tanto che non mi accadeva di leggere un libro tutto d'un fiato', ho capito che le mie storie non dovevano più essere solo un passatempo."
L'ambientazione come personaggio attivo
La scelta di ambientare "Verdetto Finale" in Texas, e in particolare tra Houston e Galveston Island, non è casuale. Nicoletti vede nella location un elemento narrativo attivo, non un semplice sfondo.
"La scelta del Texas non è casuale: è uno stato-paradosso. Da una parte, l'iconografia da frontiera, cowboy e giustizia fai-da-te. Dall'altra, metropoli ipertecnologiche che sembrano astronavi atterrate nel deserto", spiega l'autore.
Interessante è la sua ammissione di non aver mai visitato personalmente i luoghi descritti nel romanzo: "Non ho mai messo piede a Houston o su Galveston Island, e forse è proprio questo il vantaggio, anche se chi mi segue sa che non sono mai stato un pirata di dettagli."
Questa distanza fisica gli permette una libertà creativa che considera preziosa: "Ho deliberatamente alterato alcuni elementi per servire la narrazione. Le libertà narrative, però, non negano la ricerca di credibilità, ma trasformano le varie location in un personaggio attivo, capace addirittura di influenzare le scelte morali della storia."
Un successo internazionale in continua espansione
Nonostante uno stile che potrebbe apparire di nicchia, i romanzi di Nicoletti stanno conquistando un pubblico sempre più vasto a livello internazionale. Le sue opere sono state tradotte in italiano, spagnolo, inglese e portoghese, raggiungendo lettori in diverse parti del mondo.
Questo successo crescente sembra essere il risultato di un approccio letterario che, pur nella sua crudezza, tocca corde universali dell'esperienza umana. Le domande sulla giustizia, sulla vendetta, sul trauma e sulle nostre reazioni ad esso sono temi che trascendono i confini culturali e linguistici.
Progetti futuri: un ritorno alle origini
Verso la conclusione della nostra intervista, Nicoletti ci ha rivelato un'interessante anticipazione sui suoi progetti futuri, che segnano un ritorno alle sue radici materane.
"Sebbene finora non sia mai stato influenzato dalla storia della mia città, seppur millenaria e ricca di curiosità, da pochi giorni ho iniziato il nuovo progetto di un thriller storico ambientato proprio nei Sassi", confida con un certo entusiasmo. "Chissà cosa succederà tra quelle stradine buie e le grotte della Murgia... Credo comunque che sarà il primo e l'unico libro in cui scriverò di una storia ambientata in Italia."
Questa apertura verso un nuovo territorio narrativo non segna però un allontanamento dal suo stile caratteristico. Quando gli chiediamo se ha intenzione di esplorare generi diversi dal thriller, la risposta è chiara:
"I generi letterari affrontati nei miei romanzi sono diversi. Thriller, horror, noir, giallo, splatter, pulp... non sono compartimenti stagni, ma ingredienti mescolati insieme in modo da creare un composto chimico esplosivo. Con tutto questo mi trovo a mio agio. Lo svilupparsi delle idee risulta sempre ispirato e mai scontato. Pertanto, credo che continuerò a percorrere questa strada."
Conclusione: una voce autentica nel panorama thriller
L'incontro con Giannicola Nicoletti ci lascia con l'impressione di un autore che ha trovato la propria voce autentica, rifiutando di conformarsi alle convenzioni del genere per seguire invece una visione narrativa personale e senza compromessi.
"Verdetto Finale" rappresenta l'apice attuale di questo percorso: un thriller che non si limita a intrattenere, ma che scuote il lettore, costringendolo a confrontarsi con domande scomode sulla natura della giustizia e sulla sottile linea che separa la vendetta dalla punizione.
In un'epoca di narrazioni sempre più standardizzate, la voce grezza e autentica di Nicoletti emerge come un controcanto necessario, capace di riportare il thriller alle sue radici più profonde: l'esplorazione dei lati più oscuri dell'animo umano.
I libri di Giannicola Nicoletti, incluso "Verdetto Finale", sono disponibili su Amazon digitando semplicemente il suo nome e cognome nella barra di ricerca. Un'opportunità per i lettori coraggiosi di confrontarsi con una delle voci più originali e disturbanti del panorama thriller contemporaneo.
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