In salotto con Marcello Favale, conosciamo il vicequestore De Luca, un mix tra Montalbano, Schiavone e Petra Delicado



Benvenuto Marcello grazie per aver scelto il mio blog per promuovere il tuo libro raccontaci un po' di te 
Dove vivi, cosa fai nella vita?
Io sono lucano di Latronico in provincia di Potenza ma vivo a Roma dove lavoro con una società d’Ingegneria

Hai un luogo dove scrivi, hai dei rituali?
Se intendiamo scrivere proprio come l’atto che mi metto lì e scrivo con continuità quando sono alle prese con un romanzo o un racconto, generalmente, lo faccio a casa mia la sera dopo tornato dal lavoro, a volte, anche fino a notte inoltrata e durante i fine settimana. Mi capita però di scrivere ovunque mi trovi se all’improvviso mi viene un pensiero o qualche cosa che penso sia meglio appuntare per non correre il rischio di perderla nella forma e nell’essenza che mi è rimbalzata in mente. Quando mi capita poi può succedere anche che comincio a svilupparla e, senza rendermene conto, mi trovo proprio a scrivere e non solo ad appuntare il pensiero. Non ho rituali particolari se non quello di isolarmi da tutto quello che mi circonda ed entrare in un mondo abitato solo dai miei personaggi.

Come nasce il tuo libro?
 “La morte veste casual – Un’indagine del vicequestore Del Duca” edito da MTS Edizioni è il mio secondo romanzo, è autoconclusivo, l’indagine inizia e finisce nel libro ma è una sorta di sequel del primo, “Vino Torbido, di vino di morte e di altre miserie”. Quasi una necessità perché nel primo erano rimasti degli aspetti della personalità del vicequestore Del Duca, il protagonista dei miei libri, che non erano stati del tutto sviluppati, cosa che forse non ho fatto, compiutamente, neanche in questo mio secondo libro, forse per lasciarmi la porta aperta per un terzo della serie. Chissà.

Il tuo commissario a chi si ispira?
Il vicequestore Del Duca cerca di essere un personaggio “unico” e magari essere lui fonte di ispirazione per altri anche se devo dire che qualche caratteristica, tipo la “spigolosità” di Rocco Schiavone di Antonio Manzini la tiene.

Quali sono i tuoi personaggi preferiti, perché? quelli più odiati?
Se parliamo dei personaggi dei miei libri il preferito è sicuramente il protagonista, il vicequestore Vincenzo Del Duca, mi piace molto anche l’ispettrice Elena Valenti, “Sgurgolina” come la chiama Del Duca, soprattutto il rapporto che c’è tra i due. “Sgurgolina è una specie di voce della coscienza del vicequestore che non perde occasione per farsi sentire, nonostante la sua giovane età. Poi mi piacciono molto Zio Donato “U Varaglioni” e Zio Vincenzo “U Vammacieddu” anche se in questo libro sono meno presenti rispetto al primo, sono due anziani amici di famiglia di Del Duca che lo hanno visto crescere.
Per quanto riguarda, invece, i personaggi estranei ai miei libri i miei preferiti sono sicuramente i protagonisti di gialli/noir, su tutti “il commissario Montalbano” di Andrea Camilleri, “il vicequestore Rocco Schiavone” di Antonio Manzini” e “l’ispettrice Petra Delicado” di Alicia Giménez-Bartlett. Al di fuori del genere giallo/noir mi piace molto tutta la compagnia di “Fiesta” di Hemingway, con Jake Barnes in testa, somigliano un poco a me e i miei amici e non mi sarebbe dispiaciuto essere con loro a Pamplona per la festa di San Firmino in quell’estate degli anni Venti del secolo scorso.
Di odiati, invece, non ce ne sono soprattutto tra i miei personaggi, li amo tutti perché ognuno di loro mi ha fatto passare bei momenti mentre li pensavo, progettavo e rendevo vivi su carta.

Quali sono i tuoi scrittori preferiti?
Sicuramente quelli che ho nominato alla domanda precedente ai quali aggiungo Giorgio Faletti, Maurizio De Giovanni, Gianrico Carofiglio e Piera Carlomagno. Oltre, ovviamente, agli autori dei Grandi classici, nominarli tutti sarebbe impegnativo e lungo.

A chi consiglieresti il tuo libro?
A Tutti, perché oltre al “crime” cerco di affrontare anche temi di attualità e sociali.

Definisci con tre aggettivi il tuo libro
Classico, perché rientra bene nei classici del genere giallo/noir. Atipico, che capisco possa stridere un poco con il primo aggettivo ma alla classicità che dicevo prima una qualche deviazione ho cercato di farla altrimenti sarebbe uguale a tutti quanti gli altri, se ci sono riuscito lo lascio decidere ai lettori. Attuale perché ho cercato di affrontare anche problematiche di stretta attualità che dovremmo sempre cercare di tenere presenti.

Qual è il tuo romanzo preferito?
Ne dico due “Io uccido” di Giorgio Faletti e “Il vecchio e il mare” di Ernest Hemingway.

In quale altro genere ti cimenteresti?
Mi piacerebbe scrivere un romanzo di formazione incastonato magari all’interno di una saga familiare con qualche pennellata di noir qua e là tanto per non perdere il vizio.

Quale invece non scriveresti mai?
La fantascienza è veramente lontano dal mio mondo.

Tuoi prossimi progetti
Cercare veramente di cimentarmi in un altro genere anche se non immediatamente perché, come dicevo prima, ho lasciato degli aspetti della personalità del mio protagonista non sviluppate del tutto e non solo.

Il tuo colore preferito
Il neroazzurro e qui so che, magari, mi creerò delle antipatie ma “chest’è” 

Il tuo piatto preferito
Da mangiare sicuramente i “rasc-catieddi” un piatto tipico di Latronico e della Basilicata in genere, dei cavatelli fatti in casa che devono il nome proprio al “rasc-co” che si usa per farlo, un movimento simile a un graffio, il rasc-co appunto, del dito sulla spianatoia.
Da cucinare invece qualsiasi tipo di risotto, perché il risotto mi somiglia un poco… il risotto è “permaloso”, vuole attenzione, non puoi lasciarlo lì a cuocere mentre fai altro.

Cantante preferito
Due su tutti Francesco Guccini e Fabrizio De Andrè, ma un poco tutti i grandi cantautori italiani, De Gregori, Paolo Conte e poi la mia amica Claudia Cantisani. Tutti, più o meno, menzionati nei miei libri.

Segno zodiacale?
Ariete

Hobby
Beh, direi scrivere visto che per “mangiare” faccio altro. 

Un difetto
Sono testardo

Un pregio
Sono testardo

Hai una fobia?
Ho paura della morte delle persone alle quali voglio bene

Preferisci leggere in ebook o cartaceo?
Sicuramente cartaceo, finora non ho ancora letto un ebook.

Ti è mai capitato di abbandonare la lettura di un libro o lo finisci nonostante tutto?
Mai. Li ho tutti portati a termine.

Di quale libro famoso vorresti essere il protagonista?
Come ho detto prima in Fiesta di Hemingway mi sarei divertito abbastanza.

Con quale scrittore andresti a cena?
Con Andrea Camilleri mentre con Hemingway passerei, volentieri, un poco di tempo al bancone di un bar.

Cosa avresti fatto se non lo scrittore?
Magari il geometra che è quello che faccio realmente visto che non posso dire di fare lo scrittore.

Tre oggetti che porteresti su un'isola deserta
Un blocco note, una matita e… “un poco di gente se no sai che palle”. Quest’ultima, lo ammetto, è presa da “Il ciclone” di Pieraccioni.

Dove si può acquistare il tuo libro?
In tutte le librerie, tutte le piattaforme online e sul sito della casa editrice www.mtsedizioni.com.

IL LIBRO 
Roma, in un’estate caldissima il corpo senza vita di Farouk Abbes, un cittadino italiano di origine marocchine, viene trovato privo di vita nel Parco degli Acquedotti. L’ipotesi iniziale che convince tutti è quella dell’incidente. Sul posto viene chiamata la squadra del vicequestore Vincenzo Del Duca, anche se territorialmente non sarebbe di loro competenza. Gli uomini di Del Duca notano subito che c’è qualcosa che non quadra con l’ipotesi formulata. Vincenzo, quarantaseienne di origini lucane, comincia a indagare a trecentosessanta gradi e tra scontri accesi con il Piemme dovuti a diversità di vedute, caratteriali e di modo di approcciarsi alle indagini, sogni agitati che lo scuotono a livello personale, frequenti viaggi nella sua Latronico, paese natio in Basilicata, merende e aperitivi con persone fidate e amici di vecchia data riesce a indirizzare le indagini nella direzione giusta.

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